La svolta di Modugno.

Se, come si è accennato, con gli urlatori e le nuove tendenze provenienti dall'America (rock e juke-box) stava cambiando qualcosa nella musica italiana - nasceva cioè un modo di fare musica diverso da quello che si conosceva e che aveva nel Festival di Sanremo piena espressione - , possiamo ora indicare la data d'inizio ufficiale di questa tendenza: il 31 gennaio 1958, data che assume certamente un valore simbolico nella storia della musica italiana. A Sanremo e nei vari circuiti musicali italiani, circolava quella che venne definita musica "gastronomica", cioè musica che era un "prodotto industriale che non persegue alcuna intenzione d'arte, bensì il soddisfacimento delle richieste del mercato": una formula, questa, che sposava benissimo la nascente società di massa del dopoguerra in quanto essa

…(precede la forma, l'invenzione, la decisione stessa dell'autore), il campo della musica di consumo si presenta come un modello tipico da essere studiato con attenzione […] Un esempio succede all'altro, una canzone copia l'altra, a catena, quasi per necessità stilistica, proprio come si sviluppano determinati movimenti di mercato, al di là della volontà dei singoli. E non conta […] un piccolo truffatore che cerca di vivere parassitariamente sul successo della canzone altrui ricalcandone i parametri; in realtà, dove la formula sostituisce la forma, si ha successo solo ricalcando i parametri, e una delle caratteristiche del prodotto di consumo è che esso diverte non rivelandoci qualcosa di nuovo, ma ribadendoci quello che sapevamo già, che attendevamo ansiosamente di sentir ripetere e che solo ci diverte.

La sera del 31 gennaio del 1958 succede qualcosa che nessuno si aspettava e che sembra rompere con la vecchia canzone melodica "all'italiana", con quei toni melodrammatici, quelle dimensioni irreali ed evasive (nel senso deteriore del termine). Quella sera si esibì sul palcoscenico musicale più importante d'Italia un giovane cantante-autore pugliese, Domenico Modugno, che interpretò una canzone la cui musica era scritta da lui stesso. Cosa del tutto nuova questa, in quanto fino ad allora a Sanremo, per statuto, i cantanti dovevano esibirsi intonando canzoni scritte da altri. Questa era la prima svolta operata da Modugno. Inoltre Modugno aveva una voce nasale, lamentosa e strozzata e cantava in modo molto teatrale (proveniva, infatti, proprio dal teatro). Aveva cominciato la carriera cantando, con modestia, le canzoni che lui stesso scriveva, nelle osterie romane, in una lingua che era un misto di pugliese e siciliano, con uno stile portato alla ribalta in quegli anni da un giovane "cantastorie" calabrese, Otello Profazio. La canzone che Modugno cantava e che da sola indicava la "svolta" è Nel blu dipinto di blu. Le innovazioni che questa canzone portava con sé erano tante, e lo si intuisce già dal fatto che nessuno dei cantanti tradizionali (Claudio Villa, Nilla Pizzi, Luciano Tajoli ecc.) volle interpretarla. Nel blu dipinto di blu, inoltre, aveva un testo fortemente innovativo:

Penso che un sogno così non ritorni mai più:

mi dipingevo le mani e la faccia di blu,

poi all'improvviso venivo dal vento rapito

e incominciavo a volare nel cielo infinito…

Volare…oh, oh!

cantare… oh, oh, oh!

nel blu, dipinto di blu,

felice di stare lassù. E volavo, volavo felice più in alto del sole ed ancora più su,

mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù,

una musica dolce suonava soltanto per me…

[…] Ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché,

quando tramonta, la luna li porta con sé.

Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli,

che sono blu come il cielo trapunto di stelle.

[…] E continuo a volare felice più in alto del sole ed ancora più su,

mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu,

la tua voce è una musica dolce che suona per me… […].

Parole surrealiste, liberatorie, eccitanti, tanto che alcuni critici, citando Freud, le lessero in chiave psicoanalitica, col volo come simbolo esplicito di sessualità:

Esso [il volo] fa dell'organo sessuale l'essenza stessa della persona e fa volare quest'ultima tutta intiera. Non stupitevi se io vi dico che i sogni, sovente così belli, che noi tutti conosciamo e nei quali il volo gioca un ruolo così importante, debbono essere interpretati come aventi per base una eccitazione sessuale generale, il fenomeno dell'erezione.

In Nel blu dipinto di blu però, al contrario che nei volgari canti fascisti e nei più moralisti canti sanremesi, la sessualità - se poi era questa la giusta chiave di lettura nelle intenzioni degli autori - era libera, felice, vissuta naturalmente senza problema alcuno, vitale, ed esprimeva la voglia di liberazione da ogni tabù. Inoltre, a suggello di ciò, Modugno fece la sera dell'esibizione un gesto "ardito": nell'attaccare il ritornello spalancò le braccia, quando gli altri cantanti cantavano retoricamente con la mano sul cuore. Per continuare sulla scia delle innovazioni, dobbiamo ricordare che mentre tutte le canzoni all'italiana del tempo avevano un acuto conclusivo, in chiave di vecchia romanza ("tutte le canzoni sono apparentate da un senso comune, il desiderio di sembrare una romanza di Puccini"), Nel blu dipinto di blu era chiusa da Modugno con un secco e breve "con te". E mentre le altre canzoni erano accompagnate da una "grande orchestra", Modugno aveva alle spalle un piccolo complesso fatto di batteria, organo, piano e basso: una specie di complesso rock. Modugno stesso dichiarava infatti di essere influenzato soprattutto dai Platters, ma anche dalla musica americana in generale, rock e rhythm and blues, e che l'urlo liberatorio del ritornello richiamava quello dei "tonnaroli" siciliani, ai quali si era ispirato in precedenza per altre canzoni dialettali. Modugno, quindi, portandosi dietro questo bagaglio culturale "diverso" rispetto alla canzone melodica sanremese, finì per operare al Festival e nella canzone italiana, una vera e propria rivoluzione, portando non solo un modo nuovo di scrivere canzoni, ma anche di interpretarle, rompendo con la retorica musicale del tempo e lasciando emergere un'unità di testo, musica e interprete e la necessità della loro intima coerenza che sarà la caratteristica principale di quella che di lì a poco sarà la moderna canzone d'autore. Le innovazioni e la "diversità" di Nel blu dipinto di blu fecero immediatamente breccia nel pubblico, sia in sala che nelle case degli italiani e nei gruppi riuniti nei locali pubblici. Tutti rimasero affascinati da quel ritornello liberatorio, persino negli stadi, tra primo e secondo tempo delle partite, si cantava Nel blu dipinto di blu. Presto furono venduti oltre ottocentomila dischi in Italia, cosa mai successa, e ventidue milioni nel mondo (solo White Christmas di Bing Crosby aveva fatto meglio). In tutti gli Stati Uniti d'America il grande successo sanremese rimase al primo posto nelle classifiche per 13 settimane, fu tradotto in un numero cospicuo di lingue e cantato da grandi artisti internazionali come Ella Fitzgerald, Al Martino, Bobby Riddle ed altri. Ma se Nel blu dipinto di blu aveva tracciato le caratteristiche principali del "canto altro", la moderna canzone d'autore, quella che di lì a poco sarebbe diventata lo strumento di chi cantava le storture del sistema e i mali sociali del progresso veloce ed incontrollato, l'altra faccia del boom economico, divenne l'emblema della ripresa economica e sociale degli anni Sessanta.