Ravenna 30.05.00

 

E’ ora! E’ ora di urlare!

E’ ora di ascoltare la protesta dipinta su una tela di note nuove e folgoranti.

E’ ora di ascoltare musica "diversa"!

E’ora di ascoltare la voce con la barba lunga, i capelli sconvolti, la camicia slacciata e sgualcita, il whisky scolato e la sigaretta accesa.

E’ ora di ascoltare, in piedi, davanti a quella sedia in legno con seduto sopra uno sciamano in jeans e la sua chitarra. Con la sua bocca appiccicata alla spugna del microfono ed il lungo ciuffo sudato che gli copre una faccia solcata da fiumi di alcol. Con la bocca impastata di fumo e toni francesi, con il ciuffo anarchico e la faccia da poeta maledetto.

E’ ora di aprire mente e cuore agli amplificatori.

E’ ora di urlare a squarciagola la poesia che si fa protesta!

Non siamo qui per lasciarci incantare ma per ballare con la realtà e reagire contro i soprusi del potere!

E uno strillo di violino stuprato chiude il tutto lasciandoci il divertente ricordo di un tamburello dal ritmo rapido e pulsante e l’eternità di una voce dagli accenti pieni, bassi e genovesi, levigata da un’enormità di sigarette, che tutt’oggi continua ad indignarsi.

Ci lasci così, in piedi davanti al palco, con il tuo ritratto di nobile favoliere anarchico sempre al servizio degli ultimi e degli oppressi.

E’ ora, cari ragazzi! E’ ora di urlare!

In ricordo di Faber e PFM

1978/79

 

Lorenzo Bettancini