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Può capitare,fra le varie passanti, agli incroci terribili della vita, di incontrare, come volontà del fato, una ragazza di nome Nancy. Ti accorgi subito, dal primo carezzevole sguardo,dell'amicizia sincera che offre.

Mentre l'armonica parte, fra note sognanti, si apre il velo del rimpianto e "gli spietati occhi della memoria" lacrimano.

"Un po di tempo fa..." noi eravamo la sua compagnia e lei era veramente speciale. Era un'anima salva, dispensatrice di puro e carnale amore, la sua ricetta unica "per consegnare alla morte una goccia di splendore" (per dirla con Mutis). Apparteneva alla categoria delle persone che donano il cuore a piene mani, ma mai nessuno può ad esse restituire neppure una stilla di tanto ardore.

Viveva così, Nancy, illusa come una fanciulla, come in una fiaba in cui il Padre, solo per il suo "status" di Padre, è buono e onesto.

Questo stesso rapporto filiale fu d'ostacolo all'Amore maiuscolo. Amiamo perdonarla anche per questo, e per il Suo "Terzo Piano" da cui cercò "la sua Serenità".

E se per molti curarono i suoi capelli ed usarono il suo corpo, ora che v'è il freddo e gli incroci della vita s'accavallano confusi e rabbiosi, i molti sembrano appartenere sempre più alla categoria degli eletti, ai prescelti. Nessuno avrebbbe potuto amarla, ma tutti indistintamente fummo amati da Lei.

Ultime le note, le lacrime dell'armonica, ultime insieme alla testimonianza duratura di Cohen prima e di Fabrizio poi.

Un'eleggia del rimpianto. Un solo rammarico concreto: perchè, Fabrizio, non hai voluto, fra tante, aggiungere nei tuoi peregrinare in musica tra la gente quast'anima salva? E' da troppo, interminabile tempo, che aspettiamo che riviva in mezzo a noi una ragazza di nome Nancy.