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Lo ricordo benissimo. Era una calda giornata di Agosto del 1982. Avevo 12 anni. Ero di ritorno da una gita in montagna con mio cugino. Soffrivo ancora di mal d'auto e l'unico rimedio che avevo trovato a questo fastidioso problema era quello di prendere il posto accanto all'autista, aprire il finestrino e viaggiare con la faccia esposta al vento e alle intemperie, quando c'erano, incurante delle lamentele degli altri passeggeri.

Ebbene quel giorno qualcosa mi fece chiudere il finestrino. Qualcosa che doveva essere ascoltato con attenzione. Una voce stupenda che cantava parole meravigliose. Parole per me nuove. Parole piene di vita, di umanità, di rabbia. Parole vere, diverse dal solito.

L'autoradio stava deliziando i suoi sudati ascoltatori con canzoni immortali di un autore che non avevo mai sentito prima. Le canzoni erano La città vecchia , La ballata del Michè, La guerra di Piero, Il testamento, La canzone di Marinella, La ballata dell'amore cieco e l'autore era Fabrizio De Andrè.

Sono passati 16 anni da quel giorno.

Quella musicassetta ora mi appartiene, grazie alla generosità del mio parente, ed è in compagnia di molti altri dischi, di molte fotografie, di curiosità e di ricordi, il più bello dei quali è stato l'incontro col Poeta (a proposito, quello nella foto in sua compagnia sono io).

Di siti dedicati a De Andrè ce ne sono già parecchi, alcuni anche ben fatti e ricchi di notizie. So di non aver fatto nulla di eccezionale e di non dire nulla di nuovo agli accaniti sostenitori del cantautore genovese. Sono però fermamente convinto di aver pubblicato delle pagine diverse da quelle che visiterete o che avete già visitato altrove. In questo Sito avrete modo di accedere non soltanto ad un elenco di dischi ma anche a una parte dei miei ricordi e della mia modesta raccolta di domumenti.

Il Sito è comunque ancora molto giovane e incompleto e vi prego quindi di non guardarlo con cattiveria. Non siate severi con lui ma siate tolleranti, siate buoni, fatelo crescere. E se doveste trovare delle manchevolezze vi prego di perdonarlo. Siate indulgenti.

E ricordate che, con buona pace degli esteti di Internet, questo Sito vuole solo essere un omaggio al mio grande Maestro di vita Fabrizio.

 

Buon viaggio.

Torino 15 Luglio 1996

                                Luigi Galati

 

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