La mia prima volta non me la ricordo.

Mi ricordo bene, però, che quando è uscito Creuza de ma, io abitavo all'Aquila. Ora ho 21 anni, non fatemi fare il conto perchè sono pigra, ma allora mia madre, che è di Genova, era in una fase in cui ogni volta che sentiva parlare genovese (per non parlare di quando le capitava di sentir cantare Ma se ghe pensu) scoppiava in lacrime. Quando in casa mia si ascoltava creuza de ma, lei si sentiva a casa.

Mi ricordo un Natale in cui ho rotto la puntina del giradischi, eppure allora non ero più così piccola, e credo stessimo ascoltano proprio quello splendido album. Papà mi tenne il muso per due giorni.

Sono questi i primi ricordi che ho di Fabrizio. Poi c'è una fase di silenzio, fino a "Le nuvole", che mi aveva davvero affascinato. Ho iniziato a cercare dischi vecchi; poi ho regalato a papà "Anime Salve" perchè non avevo abbastanza soldi per fargli il regalo di compleanno e comprare la cassetta per me (credo che non sia ancora riuscito ad ascoltarlo!!). Poi ho conosciuto Rodolfo, che è malato di Fabrizite come me, anzi è quasi convinto di esserne una prosecuzione, e da lì il reciproco contagio è stato davvero forte. Quando è morto, me l'hanno detto in collegio, col sorriso sulle labbra, come se fosse naturale. Ma per me Fabrizio non poteva morire, io non ci avevo ancora pensato, così mi sono cadute le valigie (sì, mi rendo conto, è una scena da film) e sono rimasta di pessimo umore per un pò di giorni.

Questa è la mia storia. Questo è il mio Fabrizio.

Federica Ivaldi