Frequentavo la quarta ginnasiale ed era la prima metà degli anni 60. Nel pomeriggio ascoltavo per radio una trasmissione di musica leggera (Rapsodia?) e mi innamorai di una canzone che veniva trasmessa molto raramente ma quando mi capitava di sentirla era diversa da tutte le altre e mi struggeva il cuore ma non riuscivo mai a capire di chi fosse , per poter comprare il disco...
Solo dopo molti anni l'ho ritrovata, riconosciuta e ho saputo finalmente che era sua, di Fabrizio de André: si trattava di  "fila la lana, fila i tuoi giorni..."
E siccome nel  frattempo avevo conosciuto De André dalle altre canzoni, ho capito perché quella che mi aveva tanto colpito nella prima adolescenza era così piena di poesia e al tempo stesso di ironia: un mixing che così perfetto  l'ho trovato solo in
lui. E ora che è morto lo ricordo con tanta, tanta nostalgia.   

     Donatella Pierattini