Cecco Angiolieri (S'i' fosse foco) e il De André della protesta.

 

Inizierò il mio lavoro proprio dalla canzone in cui è più esplicito il riferimento letterario: S'i' fosse foco, del 1968. Qui l'opera di riferimento è l'omonimo sonetto di Cecco Angiolieri, ripreso in toto da De André e musicato. Il testo è quello che tutti conosciamo:

S'i' fosse foco arderei ‘l mondo;

s'i' fosse vento, lo tempesterei;

s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;

s'i' fosse Dio mandereil 'en profondo;

s'i' fosse Papa, sare' allor giocondo;

ché tutti cristiani imbrigherei;

s'i' fosse ‘mperator, sa' che farei?

a tutti mozzerei lo capo a tondo.

S'i' fosse morte, andarei da mio padre;

s'i' fosse vita, fuggirei da lui:

similmente faria da mi' madre.

S'i' fosse Cecco com’i’ sono e fui,

torrei le donne giovani e leggiadre:

e vecchie e laide lassarei altrui.

De André accompagna il canto di Cecco Angiolieri con una musica di tipo medievale, adatta al testo, ma il periodo in cui incide è il '68. Siamo nel vivo della "rivolta studentesca": i giovani occupano le Università, criticano i governi, osteggiano le guerre, girano con i capelli e la barba lunghi, sbeffeggiano i valori delle generazioni che li hanno preceduti, uccidono metaforicamente i padri e le madri e ciò che essi rappresentano, vogliono un mondo completamente diverso da quello in cui sono cresciuti. Nessuno dei valori dei "padri" è tenuto in considerazione, nessuna istituzione è salva: né la Chiesa, né lo Stato, né la famiglia. In questo clima diventa di grande attualità il vecchio canto di Cecco che si radicalizza nei moti di protesta giovanili e ne diventa quasi l'inno: S'i' fosse Papa […] tutti i Cristiani imbrigherei,/ s'i' fosse imperator […] a tutti mozzerei lo capo a tondo./ S'i' fosse morte andarei da mio padre./ […] Similmente faria da mia madre.

Nell'intento del poeta senese la critica per lungo tempo ha intravisto la protesta anticortese e la ribellione ad un sistema, la rivendicazione di una condotta libertina, l'intento di sostituire ai vecchi, nuovi modelli e nuovi valori e l'eterna lotta tra padri e figli (Cecco ha un profondo odio per l’avarizia del padre, motivo del voltafaccia di Becchina, la donna amata, popolana corrotta e venale che prima si mostra arrendevole e poi, finito il tempo delle vacche grasse, gli si rivolta contro). Ma mai come negli anni '60 del nostro secolo questa lotta si era radicalizzata così fortemente, mai un canto come S'i' fosse foco aveva fatto tanta presa tra i lettori. Diventa per gli studenti il canto di rivolta verso la nuova società di massa e l'illusione del boom economico, per De André la rivendicazione ad affermare un modo di essere e dei valori (o non-valori): quelli di un universo fatto di prostitute, ladri, blasfemi, morti suicidi, giocatori d'azzardo e frequentatori di squallidi locali, che è poi l’universo dei suoi personaggi. Quei personaggi che si rifiutano di seguire i valori e le "leggi del branco", che li soffoca, e che li fa vittime e non colpevoli. Quello stesso ambiente, "la donna, la taverna e 'l dado", che Cecco aveva già celebrato. Ma, anche se nel testo c’è l’uso della prima persona, in effetti né Cecco, né De André si riconoscono nel personaggio, ma per entrambi quel testo dà voce, attraverso il loro sentire, ai personaggi che affollano la loro poetica. Cecco, nonostante abbia condotto anche vita disordinata e sregolata, non è un brutale descrittore della propria abiezione morale incupito dalla consapevolezza del suo stato misero, nel quale poter individuare i sentimenti più puri della vita, ma un accorto letterato che prende a piene mani dalla tradizione letteraria per descrivere un determinato mondo della sua Siena al quale però egli non appartiene (se non come personaggio creato). Inoltre Cecco, da poeta, deforma e amplifica i fatti, mettendoci, naturalmente, anche la sua personale rabbia verso ciò che lo delude. Allo stesso modo De André che fa, inoltre, dello stesso Cecco, un altro dei personaggi che affollano il suo variegato universo di vittime, e del suo canto il trait-d'union con un altro grande poeta che gli ha dato motivo di ispirazione: François Villon.