Finì con i campi alle ortiche

finì con un flauto spezzato

e un ridere rauco

e ricordi tanti

e nemmeno un rimpianto.

 

(ANSA) - MILANO, 11 GEN - Fabrizio De Andre' e' morto la scorsa notte a
Milano. La notizia della morte del cantautore genovese, avenuta alle 2,30
della scorsa notte, e' stata confermata questa mattina dal figlio Cristiano,
interpellato telefonicamente. Fabrizio De Andre', 59 anni, si e' spento
all'Istituto dei Tumori di Milano, dove era ricoverato da qualche tempo. Da
questa estate aveva rinunciato a tutti i concerti in programma.

(ADNKRONOS)Se n'è andato un pezzo della cultura italiana.
Poche ma sentite parole per ricordare Fabrizio De Andrè
da parte di Pino Daniele, profondamente colpito dalla morte
dell'autore con il quale non aveva mai lavorato ma cui era
legato da sincera amicizia. Telegrafica anche la dichiarazione
di Gianna Nannini, anche lei amica di lunga data oltre che collega
di De Andrè: Sono sconvolta, per me è un vuoto incolmabile.
Lo conoscevo da 20 anni, ultimamente ci siamo visti spesso.
Davvero non so cosa dire.

(ANSA) - ROMA, 11 GEN - Il mondo della musica ha perso il suo 
favoliere anarchico, l' uomo cresciuto leggendo ''Flaubert, 
Balzac, Dostoevskij come se fossero il racconto di un nonno mai 
conosciuto'' che, senza mai liberarsi della sua incurabile 
allergia alle convenzioni borghesi e al grande circo dei media, 
aveva portato la canzone italiana sulla strada della musica e 
della poesia francese e americana per schiuderle gli orizzonti 
delle culture lontane. Fabrizio De Andre' e' stato stroncato da 
un male crudele.  
   Era nato a Genova, in zona Pegli, nel quartiere della Foce il 
18 febbraio del 1940: apparteneva dunque a quella generazione di 
artisti, nati a pochi anni di distanza l' uno dall' altro, che 
ha portato la canzone italiana fuori dalle secche della rima con 
amore e delle strettoie 'strofa-ritornello-strofa'. Figlio di 
genitori della borghesia agiata ma legati a una famiglia di 
solido  patrimonio, De Andre' e' stato uno studente pigro 
fermatosi a due esami dalla laurea in legge che ha avuto tra i 
suoi amici di sempre Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli: 
la musica e' stata la passione della sua vita. Ha iniziato la 
sua carriera come chitarrista jazz, in omaggio al suo idolo Jim 
Hall. Il debutto e' del 1958, con il singolo ''Nuvole 
barocche'',la prima affermazione del '65 quando, appena sposato, 
firmo' la storica ''Canzone di Marinella'', all' epoca portata 
al successo da Mina. La sua discografia, non ricchissima 
come non frequenti erano le sue tournee, fa parte da anni dei 
testi di formazione della cultura che fermenta lontano dall' 
Accademia. L' album del debutto e' 'Tutto Fabrizio De Andre''' 
del 1966, una raccolta di tutte le canzoni scritte fino ad 
allora. Dopo aver dato alle stampe ''Fabrizio De Andre' vol. 
1'', nel '68 ha pubblicato ''Tutti morimmo a stento', ispirato 
alle poesie di Francois Villon, seguito da 'Fabrizio de Andre' 
vol. 2'' e ''La buona novella'', album del '70 dedicato ai vangeli
apocrifi. Un crescendo creativo che, nel '71 e' 
culminato in ''Non al denaro, ne' all' amore ne' al cielo'', una 
pietra miliare: e' il libero adattamento dell' 'Antologia di 
Spoon River' firmato in collaborazione con Fernanda Pivano. Il 
passo successivo e' del '73, ''Storia di un impiegato'', poetica 
variazione sul tema di una canzone del maggio francese, seguito 
l' anno dopo da ''Canzoni'', celebre episodio di collaborazione 
con Francesco De Gregori. ''Fabrizio De Andre' in concerto con 
la Pfm'' e' la testimonianza di un tour del '79 che appartiene 
alla  mitologia della musica italiana ma anche il disco di 
passaggio per la fase in cui De Andre' ha prodotto album frutto 
di una straordinaria ricerca sulle tradizioni della musica 
popolare e di culture 'lontane' a cominciare da 'Fabrizio de 
Andre' dell' 81, dove vengono accostate la cultura sarda e 
quella degli Indiani d'America.Il capolavoro, uno dei dischi chiave 
dell' epoca e' 'Creuza de ma', un album, non a caso amatissimo 
da David Byrne, che nell'84 ha largamente anticipato la moda 
della musica etnica. E' un magico viaggio nei suoni mediterranei 
guidato e prodotto da Mauro Pagani e cantato in dialetto 
genovese che non puo' mancare nel novero dei 10 titoli 'da isola 
deserta' della musica italiana (e non solo). Il seguito e' 'Le 
nuvole' del '90: il titolo, come in Aristofane, allude ai 
potenti che oscurano il sole. Nelle canzoni 'il potere' parla in 
italiano, il popolo in dialetto genovese, napoletano e 
siciliano. La sua biografia sarebbe incompleta senza la storia 
del rapimento subito nel '79 insieme a Dori Ghezzi, alla quale 
era sposato dall' anno precedente: un sequestro durato quattro 
mesi e raccontato nel brano 'Hotel Supramonte'. Ma anche senza 
ricordare il suo lavoro di traduttore di canzoni di George 
Brassens - il suo idolo di gioventu' - Jacques Brel, Leonard 
Cohen e Bob Dylan che scrisse a De Andre' per fare i 
commplimenti per 'Avventura a Durango', traduzione di 'Romance 
in Durango'. Per non parlare delle tournee, un incubo per un 
artista che aveva il terrore del pubblico. Eppure dal vivo nei 
tour con La Pfm ma soprattutto in quello di 'Creuza de ma' con 
Mauro Pagani ha regalato le stesse emozioni che aveva affidato 
alla magia della registrazione. (ANSA)

...MORTO FABRIZIO DE ANDRE'
(ANSA) - MILANO, 11 GEN - Fabrizio De Andre' e' morto la scorsa notte a
Milano. La notizia della morte del cantautore genovese, avvenuta alle 2,30,
e' stata confermata questa mattina dal figlio Cristiano, interpellato
telefonicamente. Fabrizio De Andre', 58 anni, si e' spento all'Istituto dei
Tumori di Milano, dove era ricoverato da qualche tempo. Da questa estate
aveva rinunciato a tutti i concerti in programma.

Al capezzale dell' autore della 'Canzone di Marinella', e di innumerevoli
altri successi che hanno segnato di piu' di 35 anni di storia della canzone
italiana, c'erano la moglie Dori Ghezzi, il figlio Cristiano e la figlia
Luvi. ''Papa' e' morto serenamente - ha detto Cristiano -. Gli eravamo
accanto, gli stringevamo le mani''. Da anni musicista come il padre e spesso
suo collaboratore nei concerti e nelle registrazioni, Cristiano era riuscito
come gli altri congiunti a mantenere uno stretto riserbo sulla malattia di
Fabrizio. Ma da diverse settimane la voce che il cantautore fosse gravemente
malato si era diffusa nel mondo della musica leggera. In autunno lo stesso
De Andre' aveva pubblicamente annunciato con un comunicato la rinuncia ai
concerti gia' programmati, spiegando di dover essere curato perche' affetto
da piu' di una ernia del disco. ''La malattia era stata scoperta a fine
estate - ha detto Cristiano -. Abbiamo sperato nelle cure, ma purtroppo non
c'e' stato niente da fare: le condizioni di papa' erano gravi''. La salma e'
stata composta all'Istituto dei Tumori, da dove verra' presto trasferita per
Genova. I funerali, ha detto Cristiano, si terranno nella citta' natale del
cantautore, probabilmente mercoledi' o giovedi'. (ANSA) GRA


MORTO DE ANDRE': LA MUSICA PERDE IL SUO FAVOLIERE ANARCHICO
(ANSA) - ROMA, 11 GEN - Il mondo della musica ha perso il suo
favoliere anarchico, l' uomo cresciuto leggendo ''Flaubert,
Balzac, Dostoevskij come se fossero il racconto di un nonno mai
conosciuto'' che, senza mai liberarsi della sua incurabile
allergia alle convenzioni borghesi e al grande circo dei media,
aveva portato la canzone italiana sulla strada della musica e
della poesia francese e americana per schiuderle gli orizzonti
delle culture lontane. Fabrizio De Andre' e' stato stroncato da
un male crudele.      Era nato a Genova, nel quartiere della Foce il
18 febbraio del 1940: apparteneva dunque a quella generazione di
artisti, nati a pochi anni di distanza l' uno dall' altro, che
ha portato la canzone italiana fuori dalle secche della rima con
amore e delle strettoie 'strofa-ritornello-strofa'. Figlio di
genitori della borghesia agiata ma legati a una famiglia di
solido  patrimonio, De Andre' e' stato uno studente pigro
fermatosi a due esami dalla laurea in legge che ha avuto tra i
suoi amici di sempre Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli:
la musica e' stata la passione della sua vita. Ha iniziato la
sua carriera come chitarrista jazz, in omaggio al suo idolo Jim
Hall. Il debutto e' del 1958, con il singolo ''Nuvole
barocche'',la prima affermazione del '65 quando, appena sposato,
firmo' la storica ''Canzone di Marinella'', all' epoca portata
al successo da Mina. La sua discografia, non ricchissima
come non frequenti erano le sue tournee, fa parte da anni dei
testi di formazione della cultura che fermenta lontano dall'
Accademia. L' album del debutto e' 'Tutto Fabrizio De Andre'''
del 1966, una raccolta di tutte le canzoni scritte fino ad
allora. Dopo aver dato alle stampe ''Fabrizio De Andre' vol.
1'', nel '68 ha pubblicato ''Tutti morimmo a stento', ispirato
alle poesie di Francois Villon, seguito da 'Fabrizio de Andre'
vol. 2'' e ''La buona novella'', album del '70 dedicato ai vangeli
apocrifi. Un crescendo creativo che, nel '71 e'
culminato in ''Non al denaro, ne' all' amore ne' al cielo'', una
pietra miliare: e' il libero adattamento dell' 'Antologia di
Spoon River' firmato in collaborazione con Fernanda Pivano. Il
passo successivo e' del '73, ''Storia di un impiegato'', poetica
variazione sul tema di una canzone del maggio francese, seguito
l' anno dopo da ''Canzoni'', celebre episodio di collaborazione
con Francesco De Gregori. ''Fabrizio De Andre' in concerto con
la Pfm'' e' la testimonianza di un tour del '79 che appartiene
alla  mitologia della musica italiana ma anche il disco di
passaggio per la fase in cui De Andre' ha prodotto album frutto
di una straordinaria ricerca sulle tradizioni della musica
popolare e di culture 'lontane' a cominciare da 'Fabrizio de
Andre' dell' 81, dove vengono accostate la cultura sarda e
quella degli Indiani d'America.Il capolavoro, uno dei dischi chiave
dell' epoca e' 'Creuza de ma', un album, non a caso amatissimo
da David Byrne, che nell'84 ha largamente anticipato la moda
della musica etnica. E' un magico viaggio nei suoni mediterranei
guidato e prodotto da Mauro Pagani e cantato in dialetto
genovese che non puo' mancare nel novero dei 10 titoli 'da isola
deserta' della musica italiana (e non solo). Il seguito e' 'Le
nuvole' del '90: il titolo, come in Aristofane, allude ai
potenti che oscurano il sole. Nelle canzoni 'il potere' parla in
italiano, il popolo in dialetto genovese, napoletano e
siciliano. La sua biografia sarebbe incompleta senza la storia
del rapimento subito nel '79 insieme a Dori Ghezzi, alla quale
era sposato dall' anno precedente: un sequestro durato quattro
mesi e raccontato nel brano 'Hotel Supramonte'. Ma anche senza
ricordare il suo lavoro di traduttore di canzoni di George
Brassens - il suo idolo di gioventu' - Jacques Brel, Leonard
Cohen e Bob Dylan che scrisse a De Andre' per fare i
commplimenti per 'Avventura a Durango', traduzione di 'Romance
in Durango'. Per non parlare delle tournee, un incubo per un
artista che aveva il terrore del pubblico. Eppure dal vivo nei
tour con La Pfm ma soprattutto in quello di 'Creuza de ma' con
Mauro Pagani ha regalato le stesse emozioni che aveva affidato
alla magia della registrazione. (ANSA)


MORTO DE ANDRE': NIENTE CAMERA ARDENTE A MILANO
   (ANSA) - MILANO, 11 GEN - Non sara' allestita una camera
ardente per Fabrizio De Andre' presso l'Itsituto per la cura dei
tumori di Milano. Si e' appreso infatti che i familiari del
cantautore genovese morto la scorsa notte non desiderano che vi
siano visite alla salma prima di funerali, o comunque prima del
trasferimento a Genova.
   La salma di De Andre' si trova ora nella sala mortuaria
dell'Istituto, dove e' stata trasferita questa notte alle 3 dal
reparto 'solventi'. Verra' portata a Genova dopodomani, quando
saranno concluse tutte le procedure burocratiche per
l'autorizzazione al trasferimento. (ANSA)


DE ANDRE': OSTAGGIO DELL' ANONIMA NELL' 'HOTEL SUPRAMONTE'
(ANSA) - CAGLIARI, 11 GEN - Fabrizio De Andre' aveva scelto
la Gallura come buen retiro. Non la costa dei vip ma quella piu'
autentica e incantata dell' interno. E questo amore non e' stato
scalfito neppure dal rapimento di cui resto' vittima, assieme
alla sua compagna, Dori Ghezzi, vent' anni fa. Il 27 agosto 1979
De Andre' venne sequestrato mentre si trovava nella sua casa
nelle campagne di Tempio Pausania. Dopo quasi quattro mesi di
prigionia, ristretto in quello che aveva chiamato in una sua
canzone l' ''Hotel Supramonte'', venne liberato dai carcerieri
in cambio del pagamento del riscatto: circa 600 milioni di lire.
   Il rapimento di Fabrizio De Andre' e Dori Ghezzi, che all'
epoca avevano rispettivamente 39 e 31 anni, fece sensazione:
dalla tenuta dell' ''Agnata'' in Gallura vennero portati via da
uomini armati e col viso coperto e rilasciati in tempi diversi:
la cantante fu liberata il 20 dicembre dello stesso anno, il
cantautore il 22 dicembre, dopo il versamento del riscatto.
   Riacquistata la liberta' la coppia non abbandono' la
Sardegna. Il cantautore tenne, pero', sempre alto il ricordo
della sua vicenda nella memoria collettiva della gente e nell'
aprile di due anni fa durante il suo tour ''Anime Salve''
dedico' a Silvia Melis, la giovane sequestrata il 19 febbraio e
liberata dopo 215 giorni di prigionia, proprio ''Hotel
Supramonte'', brano che rievoca i quattro mesi trascorsi con
Dori Ghezzi nelle mani dell'''Anonima sequestri''. (ANSA)


MORTO DE ANDRE': COSSUTTA, SENZA DI LUI ITALIA PIU' POVERA
(ANSA) - ROMA, 11 GEN - ''Con la morte di Fabrizio De Andre'
la cultura del nostro paese si impoverisce gravemente''. E'
quanto afferma in una dichiarazione il presidente del Pdci
Armando Cossutta commentando la notizia della morte del  cantautore
genovese.
   ''Perdiamo uno dei piu' grandi autori della musica italiana -
osserva ancora Cossutta - di quella tradizione di ricerca che ha
fatto del recupero delle lingue locali, delle narrazioni del
cuore del Mediterraneo, il senso della propria crescita, tanto
da far emergere questo patrimonio e consegnarlo nelle mani di
donne e uomini di ogni generazione, di tutti i paesi''.
   ''Con Fabrizio De Andre' - conclude Cossutta - se ne va il
senso di un impegno civile, politico. Le sue canzoni resteranno
come preziosa eredita' per tutti''. (ANSA).


DE ANDRE': PAOLO VILLAGGIO 'ANARCHICO E GRANDE POETA'
(ANSA) - GENOVA, 11 GEN - ''Era intelligente, geniale,
allegro, spiritoso, squinternato, un po' vanitoso, snob: non era
triste, come voleva l'immagine pubblica che gli avevano dipinto
addosso. Era un anarchico, grande poeta''. Paolo Villaggio, uno
degli amici d' infanzia di Fabrizio De Andre', lo ricorda cosi',
in maniera scarna, ma profonda, a tinte forti, quasi volesse
sottrarsi alla retorica che circonda talvolta la morte di  personaggi
celebri.
   Paolo Villaggio e Fabrizio De Andre' erano cresciuti insieme,
a Genova, entrambi figli di buona famiglia. ''I nostri genitori
erano molto amici - racconta l'attore - si vedevano spesso e
insieme andavamo in vacanza, in montagna, in un paese vicino a
Cortina d' Ampezzo, al mare, in campagna''.
   Crescendo, l' amicizia d'infanzia s'era consolidata anche in
virtu' di una ''comunanza ideale e caratteriale''. ''Avevamo
caratteri simili - prosegue Villaggio - eravamo tutti e due
squinternati, entrambi 'pecore nere' delle rispettive famiglie.
Abbiamo cominciato insieme a lavorare facendo intrattenimento
sulle navi della Costa Crociere, c'era anche Berlusconi. Negli
anni non abbiamo mai smesso di vederci, andavamo in barca
insieme, ci piaceva far da mangiare insieme''.

DE ANDRE': ARBORE, PRIMO A UNIRE SEMPLICITA' E RAFFINATEZZA
(ANSA) - ROMA, 11 GEN - Uno ''spartiacque fondamentale''
nella musica italiana: cosi' Renzo Arbore definisce Fabrizio De
Andre', ''il primo - spiega - a coniugare felicemente la
semplicita' della musica popolare con la raffinatezza dei  testi''.
  Il merito di De Andre', secondo Arbore, e' stato quello ''di
rivolgersi senza mediazioni ma anche senza compromessi ad un
pubblico in grado di apprezzarlo, soprattutto in virtu' della
costante semplicita' delle melodie, come nel caso della 'Storia
di Marinella', tutto basato su due soli accordi''. Questa
caratteristica ne ha fatto il padre ''di molti epigoni che
invece ai compromessi si sono poi piegati e che - aggiunge
Arbore - mi piacerebbe che oggi, a differenza di come hanno
fatto con Battisti, con la scusa del silenzio e della privacy,
ne riconoscessero il ruolo''.
  Diversa, per Arbore, ''la seconda fase musicale di De Andre',
quella che comincia con 'Creuza de ma': li' ha mescolato i
generi attingendo alle radici folk della musica della sua terra.
E' stata - conclude Arbore - un' ulteriore lezione del grande
cantautore, uno dei pochi per cui valga davvero la pena di
spendere la parola 'poeta'''.


DE ANDRE': CHRISTIAN DE SICA E ALESSANDRO GASSMAN
(ANSA) - MILANO, 11 GEN - Christian De Sica e Alessandro
Gassman, oggi a Milano alla sfilata di Fendi, hanno espresso
grande tristezza per la morte di Fabrizio De Andre'.
   ''E' una morte che mi ha molto colpito - ha detto De Sica -.
Quando scompare un artista cosi' c'e' sempre grande tristezza, e
un grande vuoto''.
   ''Mi piaceva molto come cantautore - ha detto Gassman -. Ho
avuto anche occasione di conoscerlo e ho scoperto che era anche
una persona deliziosa. Il mio album preferito di De Andre' e'  'Nuvole'''.


DE ANDRE': FAMILIARI CHIEDONO RISPETTO PRIVACY
   (ANSA) - MILANO, 11 GEN - ''La famiglia di Fabrizio De Andre'
ha chiesto il riserbo piu' assoluto e noi, come per tutti i
nostri pazienti, dobbiamo rispettare questa decisione anche nel
caso di un malato che e' un personaggio pubblico''. Non si
riesce a sapere di piu' da Edoardo Majno, direttore sanitario
dell' Istituto dei Tumori, che ha confermato che Fabrizio De
Andre' e' morto nelle prime ore del mattino.
   Majno ha aggiunto che i familiari del cantautore hanno fatto
sapere che dopo i funerali daranno informazioni alla stampa.
Fabrizio De Andre' e' stato ricoverato per oltre due settimane
nel reparto 'solventi', all' ottavo piano dell' istituto  milanese. (ANSA).


DE ANDRE': AL CARLO FELICE L' ULTIMO CONCERTO A GENOVA
   (ANSA) - GENOVA, 11 GEN - Iniziarono tutti e tre con un'
indimenticabile interpretazione di ''Creuza de ma'' gli ultimi
concerti di Fabrizio De Andre' a Genova, la sua citta' natale.
Era il dicembre del 1997, al teatro Carlo Felice, seimila
spettatori in tre serate. ''Creuza de ma'' in genovese, da lui
stesso indicata come omaggio all' ''etnia ligure'' e cantata
dopo poche parole al pubblico.
   De Andre' aveva ricordato la sua attenzione verso il
Mediterraneo nella fase della composizione e l' importanza dei
dialetti. Quindi un accenno a Pier Paolo Pasolini, proprio sul
dialetto, con quella sua voce che quando era rivolta alla platea
non era poi cosi' sicura come quando cantava. Nelle prime file i
suoi amici, salutati uno per uno: Giorgio Forattini, Beppe
Grillo (''tuo fratello era il mio migliore amico in gioventu''',
gli disse), Renzo Piano e tanti altri. Per loro De Andre' aveva
acquistato un centinaio di biglietti.
   Con De Andre' sul palco erano saliti undici elementi, tra cui
i suoi figli, oltre alla presenza discreta della moglie Dori
Ghezzi. ''Jamin-a'' e ''Sidun'' i primi ''pezzi'', seguiti dalle
canzoni impegnate degli anni Sessanta e quelle recenti:
''Princesa'' dedicata alla trans brasiliana, ''Khorakhane''' per
i piccoli Rom; infine le storiche, ancora genovesi, ''Citta'
vecchia'', ''Bocca di rosa'', ''Via del campo'', ''La canzone di
Marinella''. ''Il pescatore'', l' ultimo bis. (ANSA)


DE ANDRE': I FUNERALI MERCOLEDI' A GENOVA
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - I funerali di Fabrizio De Andre' si
svolgeranno mercoledi' a Genova, con ogni probabilita' nella
Basilica di Carignano, che domina i vicoli del centro storico.
Lo hanno anticipato fonti vicine alla famiglia.  (ANSA).

DE ANDRE': LAUZI,'ERA UN LIRICO DELLA POESIA'
   (ANSA) - GENOVA, 11 NOV - ''Era un lirico della poesia
italiana, era un grande signore sia della vita che della
musica'': cosi' Bruno Lauzi ricorda Fabrizio de Andre', un
artista con il quale ha condiviso un periodo ''magico'' della
musica, l' epoca della famosa ''scuola genovese'' dei  cantautori.
   ''E' stata un' epoca fondamentale, straordinaria, che ha
visto fiorire talenti indipendenti l' uno dall' altro ma nello
stesso tempo legati. Ne siamo stati i fondatori e i
sopravvissuti'' ricorda Lauzi.
   Ma la famosa ''scuola genovese'', afferma, ''e' stato un
equivoco'': ''Non c' e' stata nessuna scuola. Nessuno era stato
il maestro dell' altro. E' stato piuttosto l' effetto dirompente
di diversi talenti''.    ''Ognuno di noi - dice ancora Lauzi - forse traeva
suggerimenti dagli stessi dischi o dagli stessi artisti, ma non
ce lo dicevamo. De Andre', Paoli ed io ci ispiravamo alla
canzone francese, Luigi Tenco a quella americana, Umberto Bindi
alla musica classica. De Andre' comunque era un uomo
straordinario, di una strordinaria eleganza nella musica e nel
suo modo di porsi''. (ANSA).


DE ANDRE':VENDITTI,'DOPO BATTISTI UNA BRUTTA FINE MILLENNIO'
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - ''Dopo Lucio Battisti se ne va
Fabrizio De Andre': questa fine millennio procura brutte notizie
e pessime sensazioni''. Antonello Venditti affida a questa
considerazione l'amarezza ''per la morte di un amico caro, una
persona eccezionale''.
  ''Troppo colpito'' per poter parlare della ''immensa statura
artistica di Fabrizio'', Venditti si sofferma brevemente sul
ricordo di un ''amico, che lascia dietro di se' tanto dolore''.
''Con Fabrizio - ha detto il cantautore romano - il legame non
si e' mai allentato. Ho seguito la sua malattia, e ho sperato
con lui. Ci siamo sentiti anche pochissimo tempo fa. Avevamo un
rapporto profondissimo, sono veramente senza parole. Eppoi - ha
concluso Venditti - a che servono le parole? Cio' che ha fatto
Fabrizio De Andre' in trent'anni, e cio' che ha rappresentato
per la nostra musica sono fatti che parlano da soli''. (ANSA).

(AGI) Roma, 11 gen.La molla prima che fece scattare la
straordinaria fantasia poetica di Fabrizio De Andrè,
autore di 15 LP fra il '58 ed il '96, fu l'indignazione morale.
Quella sua voce, impastata di fumo e toni francesi,
fu subito messa al servizio degli ultimi, delle minoranze.
Non c'era differenza fra interi popoli oppressi e perseguitati,
dai Rom agli Indiani d'America, dai palestinesi ai sardi,
e per le singole persone.
Nelle sue canzoni c'è una lunga galleria di morti impiccati,
suicidi, pensionati, ladri crocifissi e da crocifiggere,
vecchi alcolizzati, gesucristi e sangiuseppe,
soldati morti ammazzati, mariamaddalene, transessuali,
marinelle e santissimemarie. Una umanità dolente che De Andrè affidò
alla misericordia degli uomini e di Dio.
De Andrè è stato un grande poeta anarchico e libertario,
un artista che più di ogni altro ha riconosciuto in ogni uomo,
in ogni storia, la sua storia, il suo volto, e pose a fondamento
del suo credo la fratellanza universale. (AGI)

(AGI) Napoli, 11 gen. 99 "Lui era come me. Faceva capire benne
alla gente quello che cantava.
Dava importanza soprattutto al testo".
Così Roberto Murolo, ultraottentenne cantante napoletano,
ricorda Fabrizio De Andrè, la cui morte ha appreso dai notiziari televisivi e che commenta con un semplice "gli volevo bene". Tra i due si era creato un rapporto di affettuosa amicizia dal 1991, quando il cantautore genovese pubblicò in "Nuvole" il brano "don Raffaè" scritto con Massimo Bubola, che al napoletano piacque moltissimo perchè gli ricordava la musicalità e il ritmo di un classico della canzone partenopea, "lu Guarracino".

(AGI)  Napoli, 11 gen. 99 La canzone fu incisa a due voci nel 1992 in "Ottantavogliadicantare" di Roberto Murolo e De Andrè venne più volte a Napoli e si recò anche a casa di Murolo per concordare l'esecuzione. Quell'incontro artistico venne successivamente ricordato pi` volte con affetto dai due. Nel '93, poi, il cantante napoletano si sottopose ad un vero e proprio "tour de force" per poter cantare la canzone con De Andrè sul palco di Piazza S. Giovanni in occasione della manifestazione per il 1° maggio. Murolo, benchè ultraottantenne, si recò a Roma il pomeriggio prima per una prova, poi andò
nel casertano per un concerto ed alle quattro del mattino era già
sul palco con De Andrè per una prova luci per la televisione. (AGI)

DE ANDRE: NOMADI, UN GRANDE POETA CI HA LASCIATO
Roma, 11 gen. Adnkronos) Un grande poeta ci ha lasciato.
Siamo tutti più tristi.
Beppe Carletti, il leader dei Nomadi, ricorda così Fabrizio De Andrè.
Non conoscevo benissimo De Andrè, ma ho suonato tantissime volte le
sua canzoni, come tutti negli anni '60 spiega Carletti.
Lui era un grande, uno che non metteva mai in fila le cose:
quello che aveva da dire lo diceva. Con Guccini, è stato il più grande
della sua generazione.

DE ANDRE: PFM, UNA PERDITA DURISSIMA Roma, 11 gen. Ñ (Adnkronos)
Una perdita dura, durissima, dice Franz Di Cioccio, membro storico
della Pfm, nel parlare della scomparsa di De Andrè.
Non ci sono parole adatte per commentare la scomparsa di un grande
come lui, uno dei più grandi in assoluto. E' difficile dire qualcosa...
De Andrè e la Pfm avevano suonato in una celebre tournee alla fine
degli anni '70 i cui momenti migliori sono raccolti in
'Fabrizio De AndreÈ in concerto volume 1 e 2.

MORTO IL CANTAUTORE FABRIZIO DE ANDRE (Adnkronos) De Andrè era
ricoverato da qualche tempo all'Istituto nazionale dei tumori,
dopo che dall'autunno scorso aveva rinunciato a tenere concerti.
In ospedale, al capezzale dell'autore della Canzone di Marinella
e di tanti altri successi, c'erano la moglie Dori Ghezzi,
il figlio Cristiano e la figlia Luvi. Papa è morto serenamente,
ha detto Cristiano De Andrè.
I funerali si terranno mercoledì a Genova, sua città natale.

(AGI) Catanzaro, 11 gen. "Se nelle regioni meridionali non ci fosse la
criminalità organizzata, come mafia, 'ndrangheta e camorra,
probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta": queste parole,
pronunciate da Fabrizio De Andrè durante lo scorso mese di agosto a
Roccella Ionica (Rc), videro il cantautore al centro di una accesa
polemica in occasione di una delle ultime sue apparizioni pubbliche.
De Andrè suscitò reazioni contrastanti in occasione della consegna del
premio per "il migliore live dell'anno", che gli era stato assegnato e
che ricevette in Calabria in occasione di un concerto all'aperto
durato circa tre ore.
Furono numerosi i giudizi espressi a commento dell'affermazione del
cantautore, da quello dell'ex segretario nazionale del psi Giacomo
Mancini ("Non ci si deve scandalizzare disse molto prima di De Andrè
ci sono stati i grandi esperti in mafia che hanno scoperto come questa
organizzazione abbia fatto il salto di qualità diventando
imprenditrice") a quello del presidente della Regione Clabria,
Battista Caligiuri: "De Andrè conferma che le regioni del Sud sono
state saccheggiate da governanti ed imprenditori, pertanto, nel buio
più completo, può sembrare una risposta anche la tragica economia
criminale"). A tutti il cantautore rispose: "Le mie affermazioni sono
state fraintese". (AGI)

DE ANDRE': MOGOL, 'UOMO DI GRANDE GUSTO E TALENTO'
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - Mogol ricorda Fabrizio De Andre' come
''un uomo di grande gusto e di grande talento'' e dotato di ''un
timbro di voce straordinario''.
   ''Di lui - ha detto il paroliere in un'intervista al Tg2 -
conservo un'immagine veramente unica, nel senso che mi ha
colpito molto, oltre all'artista, l'uomo''. Mogol ha rivolto
l'ultimo pensiero alla moglie del cantautore, Dori Ghezzi: ''Con
lei avevo ed ho un'ottima relazione. E' sempre stata, a mio
parere, una consorte straordinaria''. (ANSA).


DE ANDRE': PINO DANIELE, GIANNA NANNINI, FAZIO, OTTONE
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - Silenzio, commozione, incredulita'
sono le sensazioni suscitate nel mondo della musica e dello
spettacolo dalla morte di Fabrizio De Andre': ''Se ne e' andato
un grande della nostra cultura'', ha detto Pino Daniele, che col
cantautore genovese condivideva un rapporto di ''stima e grande  rispetto''.
  Gianna Nannini, legata a De Andre' da ''lunga, profonda
conoscenza'', e' sconvolta: ''Era un punto di riferimento, una
sorta di padre ispiratore. Sono sconvolta, per vent'anni non ci
siamo mai persi di vista, e ultimamente ci eravamo visti spesso.
Credo che Fabrizio lasci un vuoto, incolmabile''.
   Profondamente provato dalla scomparsa di De Andre' e' Fabio
Fazio, grande fan e amico del cantautore. Coerente con la
volonta' di restare al riparo dalla retorica o dalle
dichiarazioni di prammatica, Fazio ha preferito evitare
qualsiasi commento sulla scomparsa: ''in questi casi - ha detto
ai suoi collaboratori - si chiedono alle persone note parole che
servano a consolare la gente. Io sono tra quei tantissimi che
hanno bisogno di essere consolati''.  Un ''rispettoso silenzio''
sulla scomparsa di De Andre' e sull'impatto avuto dalla sua
attivita' artistica sulla citta' di Genova, e' venuto da Piero
ottone, che da direttore del Secolo XIX e' stato testimone dell'
esplosione artistica del cantautore.''Nel mondo della musica -ha
detto - mi smuovo come un marziano. Preferisco tacere''. (ANSA).


DE ANDRE': BERTINOTTI, DISSACRO' FALSI MITI MORALISMO
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - ''Piu' di una generazione sara'
sempre grata a Fabrizio De Andre' per cio' che ci ha dato e che
non muore con lui'': Fausto Bertinotti e' addolorato per la
scomparsa di De Andre' che e' stato il cantore della
''dissacrazione dei falsi miti del moralismo borghese. Ha saputo
raccogliere e interpretare i sentimenti e le condizioni degli  'ultimi'''.
Il segretario del Prc, sottolinea che la musica e la cultura
italiana perdono ''uno dei suoi protagonisti piu' creativi e
innovativi. De Andre', per piu' di 30 anni, ha contribuito in
maniera rilevante a quel processo di innovazione radicale della
produzione musicale della canzone italiana, che ha permesso a
quest' ultima di diventare uno degli strumenti piu' importanti
di espressione culturale e di manifestazione di un sentire
collettivo delle nuove generazioni''. De Andre' ''ha saputo dare
voce e rappresentare le inquietudini dei giovani e il loro
bisogno di rivolta''. ''Ha saputo valorizzare la tradizione e la
musica popolare, a cui ha dato dignita' culturale inserendola
in un contesto musicale di assoluta modernita'. Anche grazie
alla sua opera, la canzone italiana ha acquistato dimensione
europea. Vivo con tristezza la scomparsa di un uomo che, anche
nel suo stile di vita, ha continuamente interpretato e proposto
un modello di artista non mercantile e non banalmente  spettacolare''.
(ANSA).


DE ANDRE': POETA DA ANTOLOGIA, SCRITTORE PICARESCO
(ANSA) - ROMA, 11 GEN - La scandalosa Bocca di Rosa e la
timida Marinella: due icone dell'opera di Fabrizio De Andre' e
del suo mondo cui il cantautore non aveva voluto rinunciare
neanche quando decise di passare alla letteratura vera e propria
con un romanzo, ''Un destino ridicolo'', che usci' nel 1996 per
Einaudi, segnando cosi' una dichiarata continuita'. Alla sua
''poeticita''', celebrata al punto da farlo entrare in molte
antologie scolastiche, ma osteggiata dagli intellettuali
tradizionalisti, aveva reso infine omaggio anche Mario Luzi.
'E' davvero uno chansonnier - scriveva il poeta,
nell'introduzione ad 'Accordi eretici' (Euresis), un volume del
'97 dedicato al musicista - vale a dire un artista della
chanson. La sua poesia, perche' la sua poesia c'e', si manifesta
nei modi del canto e non in altro; la sua musica, poiche' la sua
musica c'e', si accende e si espande nei ritmi della sua canzone
e non altrimenti. Per quanto il suo dono di affabulazione crei
una certa magia, non sarebbe in grado di soggiogare l'uditorio
senza il foco di quella concrezione e sintesi''.
  ''Un destino ridicolo'', romanzo scritto a quattro mani con
Alessandro Gennari, che rivela l'amore di De Andre' non soltanto
per certi suoi indimenticabili personaggi, ma anche per i suoi
autori prediletti come Gabriel Garcia Marquez, Mario Vargas
Llosa e Alvaro Mutis. La sua poetica colta si era pero'
nutrita anche di poeti maledetti, come Villon e Baudelaire,
aveva fatto riferimento all'Antologia di Spoon River e a Cecco
Angiolieri, e aveva attinto persino ai Vangeli apocrifi.
Comunque e' l'avventura, quella sfrontata e picaresca, ammantata
quindi da una sorta di purezza primordiale, al centro del suo
unico romanzo che per lungo tempo e' stato in testa alle
classifiche di vendita a dimostrazione della fedelta' del suo  pubblico.
  Protagonisti un contrabbandiere marsigliese, che si era
ritrovato a combattere nella guerra partigiana, e un magnaccia
che aveva stabilito il suo regno nell'angiporto di Genova. Il
romanzo segue la progettazione di un colpo grandioso e le
successive peripezie tra bassifondi, bar e balere, quasi in un
giro dell'Italia della mala, dalla Sardegna a Genova, alla Bassa
Padana. Atmosfere e 'tipi' quindi profondamente radicati
nell'immaginario di De Andre', che pure nonostante il legame con
la scrittura non si era prima mai cimentato con il romanzo. Tra
i suoi scarni titoli solo un'autobiografia, scritta nel 1991 con
Cesare Romana e pubblicata da Sperling and Kupfer, ora esaurita.
In ''Amico fragile'', questo il titolo, parlava della sua
infanzia in Piemonte, dell'adolescenza e la gioventu' a Cremona,
dei primi dischi, della Sardegna e del rapimento, ma anche delle
passioni che ne hanno fatto un idolatrato ''eretico''.


DE ANDRE': CRISTIANO, HA LOTTATO COME UN GUERRIERO
(ANSA) - MILANO, 11 GEN - ''I  mesi di malattia li ha vissuti
come un guerriero. Ha sempre combattuto e lottato per qualcosa,
e nello stesso modo ha cercato con tutto se stesso di vincere il
male''. Il figlio di Fabrizio De Andre', Cristiano, anche lui
musicista e cantautore, ricorda la grande forza d'animo del
padre che lo ha sostenuto anche nel momento piu' terribile.
   E' provato, Cristiano, da queste settimane. Ma spiega quella
battaglia appena perduta del padre: ''Della malattia ha voluto
sempre sapere tutto. Ha avuto momenti di rabbia, di
disperazione, ma non si e' mai lasciato andare, ha sempre
reagito. Ce l' aveva quasi fatta, poi negli ultimi tempi si e'
aggravato''. La morte, pero', l' ha colto sereno. ''Eravamo con
lui - racconta il figlio - la moglie Dori, mia sorella Luvi ed
io. Gli abbiamo stretto le mani, e la sua ultima espressione e'
stata di grande serenita'''.
   Il tumore gli era stato diagnosticato alla fine dell' estate.
''Non aveva mai avuto niente - dice Cristiano De Andre' -. In
estate ha cominciato ad accusare forti mal di schiena. Abbiamo
sperato nell' efficacia delle terapie, ma la malattia era gia'
in stato avanzato''. Fabrizio De Andre' ha trascorso i
suoi ultimi cinque mesi dentro e fuori dall' ospedale. Solo
nelle ultime settimane e' stato ricoverato all' Istituto dei
Tumori di Milano, ma ha potuto trascorrere a casa il giorno di
Natale. Sulle sue condizioni e' stato sempre mantenuto il  massimo riserbo.
   E' il momento dei ricordi. ''Con lui - commenta Cristiano -
abbiamo perso un artista che aveva ancora tante cose da dare, da
comunicare. E' stato un grande poeta, come ha detto il suo amico
Paolo Villaggio''.
   Dal padre, che ha accompagnato in molte tournee, Cristiano
spiega di aver imparato soprattutto ''la coerenza''. ''Mi ha
insegnato - aggiunge - che e' importante parlare solo quando si
ha qualcosa da dire. Gli invidiavo la sua forza d'animo, la sua  volonta'''.
   Era un grande artista, riconosciuto da tutti, ma anche un
uomo umile, timido. ''Spesso si sottovalutava - dice il figlio -
era timoroso del giudizio del pubblico. Per questo i concerti,
le tournee, lo mettevano sempre in ansia''. Un grande amore lo
legava alla Sardegna. ''Quello del sequestro era per lui un
capitolo chiuso - dice Cristiano De Andre', ricordando che il
padre e' nato nel quartiere di Albaro, a Genova, dove c'e'
ancora la casa dei genitori del cantautore -. Non ne parlava
piu'. E non ha mai smesso di amare la Sardegna''.


DE ANDRE': UNA LEZIONE DI STILE LUNGA 35 ANNI
(ANSA) - ROMA, 11 GEN - Fabrizio De Andre' era nato a Genova
il 18 febbraio'40. Alle sue canzoni la musica popolare italiana
deve la scoperta che un brano musicale poteva raccontare storie,
sensazioni, emozioni che fino a quel momento si credevano
riservate alle pagine di un libro o ai versi di una poesia.
   Alla musica il giovane Fabrizio, figlio di un alto dirigente
dell'Eridania, si era avvicinato da liceale, entrando in una
jazz band capeggiata dal sassofonista Luigi Tenco. Paolo
Villaggio, Gino Paoli, il poeta Remo Borzini sono i suoi primi
compagni in un viaggio nella cultura popolare e 'antagonista'
che passa per l'eleganza delle liriche di Brassens ma anche per
la militanza in una country band genovese, i 'Crazy Cowboys'. A
22 anni Fabrizio sposa Enrica Rignon, a 23 anni e' padre di
Cristiano, che seguira' le sue orme nella musica d'autore.
  Il successo arriva nel 1965, quando Mina interpreta la
'Canzone di Marinella'. Fabrizio abbandona gli studi di legge e
si dedica alla musica. Il primo album e' del 1966: 'Tutto De
Andre' viene accolto con entusiasmo dal pubblico. Seguono, 'De
Andre' volume I' ('67), 'Tutti morimmo a stento' ('68),'De
Andre' volume 2' e nel '70, 'La buona novella'. La sua musica,
che da' voce al disagio esistenziale della sua generazione,
entra a far parte della colonna sonora dei fermenti del '68. Nel
'71 arriva 'Non al denaro ne' all'amore ne' al cielo', in cui
rivisita con Fernanda Pivano l'Antologia di Spoon River.
Nel '73, con 'Storia di un impiegato',
il primo piano si sposta sull'Italia delle contraddizioni
industriali e del disagio di classe. Nel '74 arriva 'Canzoni',
scritto con De Gregori, a cui segue la prima delle rare tournee
di De Andre'. La piu' celebre, segnata da una appassionata
partecipazione del pubblico, e' del 1978 con la Pfm, in cui il
repertorio di De Andre' si veste di suoni elettrici e
arrangiamenti Pop, conquistando nuove generazioni di fan.
   La scelta di vivere in Sardegna non cambia neanche dopo gli
oltre 100 giorni passati in mano ai sequestratori nel 1979
assieme alla nuova compagna Dory Ghezzi. Le sensazioni del
rapimento trovano la descrizione piu' efficace nell'81 nella
struggente 'Hotel Supramonte'. Intanto De Andre' cambia ancora
pelle e nel 1984, con 'Crueza de ma', anticipa la svolta etnica
del Pop internazionale. Nell'89 l''anarchico buono'' sposa Dory
Ghezzi. Attende il 1990 per pubblicare 'Le nuvole', a cui segue
un tour trionfale.Canzoni come 'Don Rafae'' vanno ad aggiungersi
a un repertorio che, dalla 'Guerra di Piero' a 'Via del Campo',
da 'Bocca di Rosa' a 'Fiume Sand Kreek', rappresenta un pezzo
del patrimonio piu' prezioso della musica italiana. La malattia
lo raggiunge nel'98. E' l'anno di 'Mi innamoravo di tutto'. All'
album, antologico, partecipa anche Mina che, 35 anni dopo, torna
a cantare la 'Canzone di Marinella', dalla quale il viaggio
artistico di De Andre' aveva preso il via.


DE ANDRE': CASTELLANO, UN PERSONAGGIO DELLA NOSTRA CULTURA
(ANSA) - GENOVA, 11 GEN - ''Abbiamo perso con Fabrizio de
Andre' un grande poeta, uno dei piu' coerenti testimoni delle
inquietudini e degli interrogativi della societa' italiana degli
ultimi trent'anni'': Carlo Castellano, presidente e
amministratore delegato di Esaote Biomedica, ricorda cosi' l'ex
compagno di gioventu'.
   Lo aveva conosciuto ai tempi della scuola, al liceo Colombo.
''Aveva 18 anni ed era compagno di classe di quella che e' ora
mia moglie'' ricorda ancora Castellano ''mi sembrava un grande  poeta''.
   ''Con la sua persona, le sue contraddizioni e i suoi slanci -
prosegue Castellano - De Andre' e' riuscito ad interpretare gli
interrogativi e le inquietudini della nostra societa'. Ha visto
il disagio giovanile, i problemi di una Sardegna inquieta e
tragica, il rapporto tra perbenismo e i valori veri della
societa'. Questo e' de Andre'. Un personaggio importante della
nostra cultura e del nostro paese''.
   Castellano ricorda di aver sentito De Andre' lo scorso
luglio; ''era in Sardegna e mi sembrava stesse molto bene''. In
occasione dell'ultimo concerto a Genova, al Teatro Carlo Felice,
nel dicembre 1997, era andato a festeggiare con lui dopo lo
spettacolo. ''C'erano Forattini, Renzo Piano, Beppe Grillo:
siamo stati insieme fino alle ore piccole. E' stato bello. Lo
ricordo con moltissimo affetto''. (ANSA).


DE ANDRE': VASCO ROSSI, 'UN GRANDE ARTISTA E UN GRANDE UOMO'
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - Non solo un grande artista ma anche
un grande uomo: e' De Andre' nel ricordo di Vasco Rossi.
  ''Ho conosciuto De Andre' prima come artista - ha detto il
'Blasco' - e l'ho amato subito. Poi ho avuto la fortuna di
conoscerlo come uomo e non mi ha mai deluso, cosa non facile. Un
grande artista e un grande uomo''. (ANSA).


DE ANDRE': RADIO VATICANA, HA DATO VOCE ALL'INQUIETUDINE
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 11 GEN - ''Aveva dato voce all'
inquietudine esistenziale dell' uomo d' oggi''. In questi
termini, oggi, la Radio Vaticana, dedica una propria nota alla
morte di Fabrizio De Andre'. ''Veniva dall' alta borghesia -
prosegue la nota - ma ha passato la vita a denunciare le
ipocrisie del vivere borghese. Molti i suoi successi, a dispetto
di una scarsa discografia e di tematiche scomode. Della sua
Genova aveva cantato il lato piu' torbido, della vita quello
piu' drammatico. Aveva iniziato a suonare la chitarra a 16 anni,
impegnandosi in brani americani country e western. Nel 1965
arriva il successo grazie a Mina, che interpreta la sua 'Canzone
di Marinella' ''. Fabrizio ''butta alle ortiche la sua ennesima
esperienza universitaria - ricorda ancora la Radio Vaticana - e
capisce che con la canzone avrebbe fatto piu' strada e si
sarebbe divertito di piu', come lui stesso dichiaro' in una
intervista. L' anno seguente esce il nuovo disco e inizia a
delinearsi il suo pubblico: soprattutto studenti e
intellettuali. Vengono fuori i risultati delle lunghe serate
passate in giovinezza a discutere di letteratura con Luigi
Tenco, Gino Paoli o con il poeta Remo Borzini. Nei suoi testi e'
costante il legame con intellettuali non soltanto europei''.  ''Nelle
musiche di De Andre' - rileva la Radio Vaticana - emerge la
vicinanza con gli chansonnier francesi - alcuni dei quali sono
stati conosciuti in Italia grazie alla sue rielaborazioni. Ne la
'Buona Novella' aveva riletto i vangeli apocrifi, in 'Non al
denaro ne' all' amore ne' al cielo', l' Antologia di Spoon River
di Edgar Lee Masters. In 'Creuza de ma' aveva cantato la sua
citta' natale utilizzando testi in stretto dialetto genovese''.
''Nel 1990 l' ultima fatica discografica 'Le nuvole', da
Aristofane - conclude la Radio Vaticana - ennesimo atto d'
accusa contro chi incombe dall' alto e gestisce il potere. La
sua voce, calda nel timbro e fredda nel fraseggio, aveva cantato
il lato oscuro del mondo. Non la dimenticheremo''.


DE ANDRE': LA FAMIGLIA E' UN PEZZO DI STORIA GENOVESE
(ANSA) - GENOVA, 11 GEN - I De Andre', una famiglia che e'
anche un pezzo della storia ecomica, politica e culturale della
Genova del dopoguerra. ''Tutte persone di grande intelligenza,
spessore e genialita'''. Enrica Rignon, detta ''Puny'', ex
moglie di Fabrizio De Andre', ne parla con grande affetto. E'
distrutta dal dolore: ''ho il cuore che cade a pezzi - dice -
avevo un rapporto di grande amicizia e di stima reciproca con
Fabrizio''. Divorziata da diversi anni, era comunque rimasta
''grande amica'' del cantante.
   Del padre di lui, Giuseppe, dice che era una persona di
''intelligenza eccezionale''. Esponente di primo piano del mondo
politico-economico genovese, dal dopoguerra fino agli anni '60
fu consigliere comunale repubblicano e vicesindaco
(nell'amministrazione Pertusio). Conclusa la carriera politica
divenne general manager del gruppo Monti e fu amministratore
delegato della societa' di zuccheri Eridania. Ebbe il compito da
Attilio Monti di ristrutturare il suo gruppo editoriale. Fu
anche fondatore e presidente della Fiera Internazionale di
Genova. Mori' nel 1985 a 73 anni. Il fratello di Fabrizio,
Mauro, era considerato il genio della famiglia. Avvocato
societario, uno dei piu' importanti d' Italia, mori'
improvvisamente a 53 anni mentre era in vacanza a Bogota', in
Colombia, nel 1989. Fu stretto collaboratore di Raul Gardini che
era presidente della Ferruzzi e della Montedison.
Mauro De Andre' fu consigliere d'
amministrazione delle societa' Montedison, Ferruzzi Finanziaria,
Eridania, Fondiaria, Enimont, Messaggero, Italia Assicurazioni,
Calcestruzzi, Banco di Chiavari e della riviera ligure, Italiana
olii e risi, Nikols, Gerolimich, Nai-Navigazione Alta Italia e
Sci-costruzioni ed insediamenti edilizi. Si era laureato in
legge nel 1959. A piangere la sua morte avvenuta per una
malformazione cardiaca furono, oltre al fratello Fabrizio, la
vedova, il figlio e la madre che mori' qualche anno dopo.
   Fabrizio De Andre' aveva col fratello Mauro un rapporto di
grande stima ed affetto nonostante avessero preso strade
diverse. Dopo la maturita' classica Fabrizio si iscrisse come il
fratello a giurisprudenza, ma non si laureo' mai. La musica e,
soprattutto la ''scuola'' dei cantautori, lo avevano assorbito
completamente. Si sposo' con Puny all'inizio degli anni
sessanta. Dall'unione nacque Cristiano, oggi trentacinquenne. Il
matrimonio falli' proprio negli anni in cui Fabrizio De Andre'
conquistava il successo. Dopo il primo periodo di rancori, tra
il cantautore e Puny nacque una grande amicizia che li ha sempre
tenuti uniti; a legarli, oltre al figlio Cristiano, c'erano
anche i tre nipotini. L'ultimo concerto Fabrizio lo ha tenuto l'
8 agosto scorso ad Arenzano, a pochi chilometri da Genova, la
citta' tanto amata e dove avrebbe voluto ritornare a vivere.  (ANSA).


   (ANSA) - VERONA, 11 GEN - ''Una persona di grandissima
ricchezza umana, con una cultura immensa, che si orientava su
tutto''. E' il ricordo che Fabrizio De Andre' ha lasciato in
Massimo Bubola, il cantautore veronese che con lui aveva
condiviso, gia' dal 1976, alcune esperienze musicali, da
''Rimini'' e ''L'indiano'' fino a ''Don Raffae'''. Fa fatica a
parlare Bubola, che anche di recente aveva incontrato De Andre'
a Milano. ''E' difficile - dice - scavare nei ricordi ora.
Fabrizio non amava essere compatito, era una persona fiera. Si
parlava di film, libri e dischi, poesia e romanzi''.
   Sulla loro collaborazione artistica, Bubola ricorda come De
Andre' fosse ''molto esigente sul linguaggio'', e rammenta anche
la comune passione la poesia e per la cultura contadina. ''Tale
tensione fra semplicita' e intellettualita', tra popolarita' e
ricerca - osserva - e' emersa anche nella nostra collaborazione,
ed e' in realta' il marchio di tutti i suoi lavori''.
   Bubola aveva solo 21 anni quando conobbe De Andre', allora
gia' un uomo di 37. ''Mi ha fatto amare Brasseur e scoprire
Lorca. Aveva un approccio fresco con la poesia: diceva questo e'
un bel verso e mi spiegava che non bisogna farsi incantare dalla
scatola, dalla formula e dal nome''. Il loro sodalizio aveva poi
dato forse tutti i suoi frutti, e sarebbe dovuto passare del
tempo per nuove collaborazioni. ''Gli dava fastidio - conclude -
ritornare sui suoi passi, rifare cose gia' fatte''. (ANSA)


DE ANDRE': IN OSPEDALE SCRITTA 'LETTO ROTTO' INVECE DEL NOME
   (ANSA) - MILANO, 11 GEN - All'Istituto dei Tumori, sulla
lavagna appesa in una delle sale del personale che riporta i
dati anagrafici dei pazienti, il nome di Fabrizio De Andre' non
e' mai comparso. Al suo posto, a fianco del numero di camera,
solo una scritta: 'Letto rotto'. Per mantenere il massimo
riserbo sulle condizioni del cantautore, per tenere lontani
giornalisti, fans e curiosi, il personale dell'ospedale milanese
ha cancellato in queste ultime settimane di ricovero ogni
traccia della sua presenza. E infatti fino all'ultimo la
malattia di De Andre' e' rimasta segreta: voci, soltanto voci,  mai
confermate.
   Non compare il nome di De Andre' nemmeno sul frontespizio
della cartella clinica. L'artista sarebbe arrivato nel reparto
solventi dell'Istituto Tumori circa tre settimane fa e per le
vacanze di Natale sarebbe tornato a casa qualche giorno. La
moglie Dori Ghezzi l'ha assistito notte e giorno fino all'
ultimo, dormendo in un letto sistemato accanto al suo. ''Era
affettuosissima - hanno detto alla divisione -, molto premurosa.
Entrambi erano persone molto a modo, discrete e gentili''. Come
hanno riferito alcuni, di visite, a parte quelle dei familiari,
De Andre' non ne riceveva e pare che anche gli altri pazienti
non sapessero che il cantautore era ricoverato nel reparto. L'
artista e' stato lucido fino a ieri mattina, quando le sue
condizioni si sono aggravate e ha perso conoscenza. (ANSA)


DE ANDRE': SCRISSE 'HOTEL SUPRAMONTE' PER RISARCIRE PADRE
   (ANSA) - CAGLIARI, 11 GEN - Quando nel 1981 usci' l'album con
''Hotel Supramonte' (in copertina c'era un pellerossa a cavallo,
per un accostamento tra gli indiani d'America e i sardi, due
popoli che riteneva entrambi nelle ''riserve''), Fabrizio De
Andre' mantenne un impegno che aveva preso due anni prima, dopo
la conclusione del sequestro suo e di Dori Ghezzi: scrivere
qualcosa sui 117 giorni trascorsi nelle mani dell''Anonima'
anche per ridare al padre Giuseppe parte dei soldi del riscatto  (550
milioni).
   Era la tarda mattinata dell'antivigilia di Natale del 1979 e
il cantautore aveva da meno di 24 ore riacquistato la liberta',
due giorni dopo la sua compagna. Incontrando i giornalisti nella
villetta al mare del fratello Mauro, nella zona di Pratobello,
vicino a Santa Teresa di Gallura, De Andre' face un racconto dai
toni pacati di quella brutta esperienza (''ci consentivano a
volte di restare a lungo senza bende e slegati''). E a proposito
dei suoi rapitori aggiunse che erano loro i veri sequestrati.
''Noi, infatti, ne siamo venuti fuori - sottolineo' - mentre
loro non potranno farlo mai''.
   Di progetti musicali non voleva parlare, ma incalzato da un
cronista dell'Ansa, fece una mezza promessa. ''Ho i magazzini
della memoria pieni e non so ancora - spiego' - cosa riusciro' a
tirar fuori. Qualcosa dovro', comunque, scriverlo, anche perche'
devo cominciare a risarcire mio padre''. (ANSA).


DE ANDRE': SINDACO GENOVA, LA SUA POESIA RIMARRA' NEL TEMPO
   (ANSA) - GENOVA, 11 GEN - ''E' un grande dolore. Scompare un
poeta che ha cantato Genova e la nostra cultura riprendendo
suggestioni molto genovesi. Personalmente vivo questa mancanza
come un ulteriore allontanamento dal passato''.
   E' quanto ha dichiarato il sindaco di Genova, Giuseppe
Pericu, dopo aver appreso della morte di Fabrizio De Andre'.
''Con De Andre' - ha ricordato il sindaco - siamo quasi coetanei
e le sue canzoni ricordano molto la Genova degli anni '60. In
ogni caso la poesia di Fabrizio De Andre' restera' nel tempo per
regalare emozioni e Genova sapra' sicuramente onorarne il  ricordo''.
(ANSA).


DE ANDRE': GIGI RIVA PIANGE L' AMICO, 'SCHIVO COME ME'
   (ANSA) - CAGLIARI, 11 GEN - ''Eravamo molto simili di
carattere'': cosi' Gigi Riva, ricorda commosso l' amico
scomparso. Un' amicizia fatta di silenzi e di reciproco
rispetto, nata tanti anni fa quando ''Rombo di tuono'' incantava
gli italiani con le sue prodezze balistiche e Fabrizio De Andre'
con le sue canzoni. Anche oggi Gigi Riva vorrebbe rispettare con
il silenzio la morte dell' amico, ma poi accetta di ricordare la
vecchia amicizia.
   ''La prima volta che l' ho incontrato - racconta - e' stato
nella sua casa di Genova. Io ero un suo ammiratore. Penso di
essere stato uno dei primi estimatori delle sue canzoni. Anche
lui voleva conoscermi e l' incontro fu organizzato da alcuni
giocatori del Genoa. Per dire quanto fossimo simili di carattere
- ha aggiunto - in quella occasione credo che in un quarto d'
ora abbiamo detto si e no tre parole in due. Poi, dopo qualche
whisky, ci siamo sciolti''.
   Fabrizio De Andre' ha avuto un ruolo fondamentale nella
giovinezza di Riva. ''Mi ha accompagnato per tanti anni -
ricorda oggi l' ex bomber - con la sua musica e le sue canzoni.
Ci stimavamo. Io gli avevo regalato una mia maglietta e lui una
delle sue chitarre. Lascia un vuoto che non potra' essere
colmato. Era un poeta, uno che accompagnava con la musica le sue
poesie. Dopo Battisti ora con De Andre' se ve va un altro pezzo
importante della mia e della nostra vita''. (ANSA).


DE ANDRE':BIDERI, COLONNA DELLA MUSICA ITALIANA E DELLA SIAE
   (ANSA) - ROMA, 11 GEN - ''La forza della sua vena poetica  e
della sua musica hanno cotribuito ad aumentare il prestigio
della canzone italiana e della Societa' italiana degli autori ed
editori nel mondo''. Lo ha detto Luciano Bideri, presidente
della Siae, ''alla quale De Andre' si iscrisse come autore e
compositore nel 1965, appena venticinquenne''.
  ''Insieme a lui - ha detto Bideri, che aveva premiato De
Andre' lo scorso anno al premio Lunezia per musica e posia per
il brano 'Smisurata preghiera' - si spegne una vocer appartata,
profonda e inconfondibile di un grande artista della nostra
epoca, che ha vissuto fuori dalle mode e dai condizionamenti,
rimanendo sempre se stesso''. (ANSA).

DE ANDRE': FUNERALI; OLTRE DIECIMILA PERSONE IN PIAZZA
(ANSA) - GENOVA, 13 GEN - Oltre diecimila persone erano stamane davanti alla basilica di santa Maria Assunta a Genova per l' ultimo saluto a Fabrizio De Andre'. Una folla silenziosa e composta, che ha accompagnato l' ingresso e l' uscita della salma in chiesa con lunghi applausi e sincera commozione, gettando rose rosse sulla bara. C'erano personalita' pubbliche, artisti, gente comune di ogni eta' e censo, intere classi scolastiche, universitari, giovani dei centri sociali. La salma del cantautore e' stata accolta dalle bandiere rossonere con la ''A'' cerchiata dei tanti gruppi di anarchici, dai pugni alzati, dalle sciarpe rossoblu' del Genoa e dal gonfalone a lutto della citta'. Piazza Carignano era piena gia' in prima mattinata, ci sono stati alcuni momenti di tensione per via di alcuni malori, in un caso, i soccorsi sono stati ostacolati dalla folla. In piazza Carignano sono arrivate centinaia di persone da Piemonte, Lombardia e Toscana, delegazioni da tutt'Italia, di alcune comunita' straniere ed extracomunitarie;dagli altoparlanti si poteva ascoltare la funzione. I piu' giovani si sono arrampicati ovunque, gli alunni della scuola di fronte alla basilica hanno interrotto le lezioni e hanno esposto dai balconi lo striscione con la scritta ''Grazie Fabrizio''. Davanti alla scalinata della chiesa, gli studenti di lettere hanno scritto a grossi caratteri un passo della ''Canzone del maggio''.

(Sito Repubblica)GENOVA - È durata poco più di un'ora la cerimonia funebre nella basilica di Carignano, e una gran folla ha accolto il feretro di Fabrizio de André anche al cimitero monumentale di Genova, dove è stato portato subito dopo. Gente da ore in attesa, nonostante il freddo pungente, ha atteso l'arrivo della bara, trasferita nella piccola camera mortuaria, dove si sono riuniti i familiari e gli amici. Intorno tante persone, per l'ultimo saluto al cantautore. Una folla muta, senza applaudire come invece era accaduto in Basilica, ha fatto da ala alla famiglia. Poi ha ricominciato a sfilare nella camera mortuaria. Ancora silenziosamente.

La salma rimarrà nella camera mortuaria fino a domani, alle dieci, quando verrà cremata. La tumulazione è prevista tra venerdì e sabato nella tomba di famiglia dove già sono sepolti i genitori del cantautore genovese, Giuseppe (mancato nell'85) Luisa Amerio (deceduta nel '95) e il fratello Mauro (morto nell'89).

"Tu sei stato un cavaliere che cavalca il deserto" ha detto nell'omelia don Antonio Balletto, amico di famiglia. "Invochiamo per te" ha proseguito "di potere correre nei pascoli del cielo". Mentre la bara usciva dalla basilica è stata eseguita l'"Ave maria sarda" composta da Fabrizio De André, emozionando ulteriormente l'immensa folla che ha applaudito. Vicino alla moglie, Dori Ghezzi, e ai figli Cristiano e Luvi, diecimila persone, famose o meno: Paolo Villaggio, Beppe Grillo, Vasco Rossi, Ivano Fossati, Fiorella Mannoia, Teresa De Sio, Fernanda Pivano, Antonio Ricci, Nico dei New Trolls, Mauro Pagani, Bruno Lauzi, Roberto Vecchioni. E soprattutto gente comune di ogni età e censo, intere classi scolastiche, universitari, giovani dei centri sociali. La salma del cantautore è stata accolta dalle bandiere rossonere con la "A" cerchiata dei tanti gruppi di anarchici, dai pugni alzati, dalle sciarpe rossoblù del Genoa e dal gonfalone a lutto della città.

Anche il centro storico di Genova ha dato l'ultimo saluto al "suo" poeta-cantante: sui muri, un manifesto con la scritta "Grazie, Fabrizio" e una foto di De André mentre canta Creuza de Mà, la canzone scritta in genovese ("Umbre de muri muri de mainè, dunde ne vegnì duve l'è ch'anè" - "Ombre di facce, facce di marinai, da dove venite dov'è che andate"). Per tutta la giornata, lungo la via Garibaldi, il comune diffonderà le canzoni del musicista.

Davanti alla basilica di Santa Maria Assunta, sulla collina di Carignano, la folla ha seguito i funerali. La basilica domina il centro storico di Genova: da lì partono i 'carruggi' tanto amati da Fabrizio De André, gli stretti vicoli che fino a pochi decenni fa erano abitati in gran parte da emarginati, diseredati e puttane, resi famosi dalla ballata 'Via del Campo'.

La città di Genova ricorderà De André anche sabato alle 18, al Teatro Carlo Felice. Il programma prevede l'esecuzione ad opera dell'Orchestra sinfonica del Teatro Carlo Felice dell'Eroica di Beethoven, preceduta da un ricordo di Fernanda Pivano. Al termine Elisabetta Pozzi e Marco Sciaccaluga leggeranno alcuni brani dall'Antologia di Spoon River.

(13 gennaio 1999)